Equivalenze e coperture

Due insiemi di DF, F e G, sullo schema R sono equivalenti F ≡ G sse F+ = G+

F è una copertura di G e G è una copertura di F.

Copertura canonica

o canonica minima, ci permette di definire un insieme di equivalenze in maniera semplice e compatta.

Sia un insieme di dipendenze funzionali F, un attributo è estraneo sse (X-{Ai})→Y∈F+
Per esempio, data una relazione R({Nome, Telefono, Indirizzo, Città, Voto, Materia}, {(Nome, Telefono)→Indirizzo, (Nome, Indirizzo)→Telefono, (Nome, Materia)→Voto, Indirizzo→Città)})

si può scrivere A = Nome, B = Telefono, C = Indirizzo, D = Città, E = Voto, G = Materia

R({A, B, C, D, E, G}, {AB→C, AC→B, AG→E, C→D})

AB→C contiene l'attributo estraneo B, poiché AB-{B}→C è vero, cioè A→C

AC→B contiene l'attributo estraneo C, per lo stesso motivo.

ABGE è una superchiave di R, perché non esistono due elementi con lo stesso valore per gli attributi ABGE.

Però la chiave ABGE contiene un sottoinsieme AG che è superchiave ma è più "ristretta" della superchiave ABGE. Quando una superchiave (come AG) non contiene altre superchiavi più strette, si dice che è chiave.

Gli attributi che non compaiono mai a destra delle DF (come A e G nell'esempio) sono sicuramente contenute in ogni chiave di R.

Gli attributi che compaiono solo a destra delle DF (come D e E nell'esempio) non appartengono a nessuna chiave.

Appartiene a tutte le chiavi Da determinare Non appartiene sicuramente ad alcuna chiave
A, G B, C D, E

Agli attributi B, C occorre applicare l'algoritmo di chiusura lenta per capire se fanno parte o meno di una chiave.

  1. AGB+ = AGB
  2. AGC+ = AGC

Facile da usare / cap. 5 – Roberto Polillo

http://www.rpolillo.it/libri/facile-da-usare/

Mini disclaimer: questi appunti non sono una recensione, non sono un riassunto, non rappresentano una valutazione del libro. Sono gli elementi che soggettivamente (cioè per me) sono da appuntarsi. Alcuni elementi, magari molto importanti, ma per me noti, potrebbero essere tralasciati. Quindi, cliccate sul link qui sopra, che fate prima: la licenza permette anche una lettura interessante senza spendere soldi.

Progettare VS realizzare

Progettare significa immaginare qualcosa e predisporre quanto serve per realizzarla.

Realizzare significa fare in concreto quanto si progetta.

Quando si progetta si descrive l'as-is e si immagina il to-be.

Progettazione orientata all'utente

La progettazione orientata all'utente è un approccio radicalmente diverso da quello tecnico tradizionale, poiché richiede competenze e sensibilità diverse da quelle del tecnico programmatore "standard".

Per esempio, un sistema completo di funzionalità è il massimo per un ingegnere progettista, ma può essere complicato da usare ed eccessivamente articolato per un utente.

Diversamente, chi progetta orientato agli utenti inizia dai casi d'uso, cioè dalle attività più frequenti svolte dagli utenti con i loro limiti e le loro caratteristiche.

Progettazione universale

La progettazione universale è la direttiva della programmazione orientata all'utente per cui un sistema dovrebbe essere il più possibile utilizzabile da qualunque utente, indipendentemente dalle sue peculiarità.

I livelli di maturità del software

  1. funziona
  2. ha tutte le funzionalità
  3. è facile da usare per l'utente
  4. è trasparente e l'utente non si accorge nemmeno di usarlo

 

Facile da usare / cap. 4 – Roberto Polillo

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Utenti

Smarchiamo subito la nota parodia della parola "utenti" storpiata in "utonti".

"facile da usare" e "Davide Bianchi way" non sono concetti esattamente prossimi, e se voglio passare l'esame non posso ricominciare a leggere le storie dalla sala macchine, ma mantenere l'attenzione sull'utente.

Gli utenti sono persone eterogenee e i sistemi (informatici & non) dovrebbero essere progettati per essere per tutti chiari, immediati e semplici da utilizzare. Se il sistema non è chiaro, il sistema è sbagliato.

RTFM e BOFH sono acronimi che per i prossimi mesi non esisteranno nella mia vita (non metto neanche il link al loro significato).

Tiriamo una riga e ricominciamo.


Dietro al concetto di utente c'è il concetto di persona; la differenza è di più della differenza tra classe e istanza nella programmazione a oggetti, perché la classe contiene già tutte le caratteristiche (proprietà) e le azioni (metodi) dell'istanza, mentre il concetto di persona, per essere utile, è estremamente più ristretto di come sono le persone reali.

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Facile da usare / cap. 3 – Roberto Polillo

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I sette passi

I sette passi di Polillo/Norman consistono nel:

  1. formare lo scopo
  2. formare l'azione
  3. specificare l'azione
  4. agire
  5. percepire lo stato
  6. comprendere lo stato
  7. valutare il risultato

Tra i punti 2 e 4 e tra i punti 5 e 7 ci sono i due "golfi" (golfo dell'esecuzione e golfo della valutazione), che rappresentano le difficoltà che un utente può riscontrare nel concretizzare un'azione (come si fa?) e nell'interpretarne il risultato (e quindi? Cosa è successo?).

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Vannevar Bush

http://it.wikipedia.org/wiki/Vannevar_Bush

Lo ammetto, quando penso a Bush mi vengono in mente prima George (quello del "disgelo" con Gorbaciov e della fine della guerra fredda) poi George W (quello che ascoltava la storia delle paperelle mentre tiravano giù le torri gemelle), poi Kate (quella di Wuthering heights) e alla fine il povero Vannevar.

Bush fu una figura di spicco negli anni della seconda guerra mondiale, perché fu direttore dell'ufficio di ricerca, che controllava il progetto Manhattan. Era quello che dava gli ordini a Oppenheimer, nientemeno. Keep reading →

Facile da usare / cap. 2 – Roberto Polillo

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Evoluzione dei sistemi di interazione

Nella mia - ahimè non più breve - esperienza lavorativa spesso ho notato l'obsolescenza dei sistemi, ma in due maniere differenti: da un lato ho usato windows 2000 per molti anni, anche dopo la messa in commercio di XP e Vista, con molta soddisfazione, così come Office 97, prima della mia soddisfacente parentesi open source. Come me, ci sono colleghi che usano ancora calcolatrici da tavolo (una perfino con la stampante di "scontrini"!). Keep reading →

Facile da usare / cap. 1 - Roberto Polillo

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Una considerazione super soggettiva

Ogni professore tende a considerare la propria materia importante: il prof di diritto pensa che senza la legge non c'è stato civile, il prof di medicina che senza la sua materia non c'è vita.

Anche la tematica dell'usabilità è molto sentita dal prof. Pelillo, che "sbalza" l'usabilità fuori dal normale canone delle funzionalità, cioè di quello che un programma è in grado di fare, per trasformarlo in un paradigma senza il quale la progettazione quasi perde di significato sociale, precludendo l'accesso all'informazione ad alcune persone. Keep reading →

Sulle disequazioni

Le disequazioni pongono un limite, un confronto tra due quantità, e la sfida è rendere costante una delle due quantità, cioè trasformare la disequazione in qualcosa di simile a x>n, con n noto (es. x>9/5).

In una disequazione le operazioni più comuni sono la somma (sottrazione) e il prodotto (divisione) per entrambi i membri, per esempio:

3x+5>0 diventa, sommando -5 a entrambi i membri, -5+3x+5>0-5, che diventa, dividendo entrambi i membri per 3: 3x/3>-5/3 e quindi x>-5/3

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Normalizzazione

Rispetto alla teoria, spesso negli ambienti di lavoro si approccia l'analisi iniziando dalla progettazione relazionale, ma questo introduce delle anomalie, che dovranno essere corrette successivamente. Keep reading →