Punti di attenzione per l'esame

Apici di R

Come caratteri di markdown, R usa gli apici "storti", che si ottengono con alt+96 oppure facendo copia e incolla da qui:

```{r}
```

Installazione pacchetti

A causa di un "bug" tra R e antivirus, il timeout di R per l'installazione di pacchetti nella cartella temporanea non è sufficiente.
Per questo, va eseguita la seguente istruzione:

trace(utils:::unpackPkgZip, quote(Sys.sleep(2)), at = which(grepl("Sys.sleep", body(utils:::unpackPkgZip), fixed = TRUE)))

Il testo completo del suggerimento.

I found that the problem indeed is the antivirus "real time file system protection". I do the following to fix the problem:
trace(utils:::unpackPkgZip, edit=TRUE)
I edit line 140 (line 142 in R 3.4.4):
Sys.sleep(0.5)
to:
Sys.sleep(2)
I seems like the antivirus stalls the creation of the package tmp dir. After changing it to 2 seconds the error is gone.
EDIT: to do this programmatically execute
trace(utils:::unpackPkgZip, quote(Sys.sleep(2)), at = which(grepl("Sys.sleep", body(utils:::unpackPkgZip), fixed = TRUE)))
(credits @DavidArenburg)

Librerie usate

Le librerie usate sono sei, e si possono installare e includere con le seguenti istruzioni:

install.packages(c("tigerstats", "MASS", "labstatR", "matrixcalc", "mvtnorm", "mnormt"))
library(tigerstats)
library(mnormt)
library(mvtnorm)
library(matrixcalc)
library(labstatR)
library(MASS)

Markov

In due compiti su tre ha dato come primo esercizio una catena di Markov. La so, quindi se la trovo devo puntare su quella per ottenere tutti e 10 i punti.

Controllare se c'è una catena di Markov e iniziare da lì.

Gli esercizi chiedono di:

  1. costruire una matrice di probabilità
  2. tramite l'operatore %*% si possono calcolare le matrici dei passi successivi
  3. simulare una catena (ciclo while e vettore di risultati, uso di sample per probabilità specificate esplicitamente)
  4. plot della catena
  5. simulazione di n traiettorie per determinare media, varianza... (non serve il vettore). Il valore iniziale deve essere incluso dentro al for esterno

Esercizi obbligatori

Da questa sessione sono marcati come obbligatori alcuni esercizi. INIZIA DA QUELLI!!!

Normale

  1. ATTENZIONE: nel testo può essere specificata la Scarto Quadratico Medio (SD, Standard Deviation) oppure la Varianza. Molta attenzione, perché ai comandi dnorm, pnorm, qnorm e rnorm va passato lo Scarto Quadratico Medio, mentre se il dato è la varianza ne va passata la radice quadrata:
    SD = SQM/SD oppure Sqrt(Var)
  2. Se si chiede di reiterare la normale su più di un caso (es. presi 5 elementi con distribuzione normale...), la SD va divisa per la radice quadrata del numero di elementi.
  3. Se si chiede, dati una media, un valore a campione e il suo percentile, di trovare la SD, si fa la differenza tra la media e il valore e si divide per qnorm(percentile). Se chiede la Varianza, elevare questo valore al quadrato

Variabili

Quando nel primo punto di un esercizio chiede di calcolare una variabile, probabilmente la userà nei punti successivi, quindi vale la pena di salvarla.

Attenzione che in qualche caso NON usa gli stessi parametri in tutto l'esercizio (es. cambia la SD).

Esercizi con distribuzioni diverse

Può dare esercizi in cui sono presenti due elementi con distribuzioni diverse, per esempio uno normale con probabilità 55% e uno poisson con probabilità 45%.

Chiede sempre:

  1. Un esempio di distribuzione A
  2. Un esempio di distribuzione B
  3. Un esempio di distribuzione congiunta (es. A*0.55 + B*0.45)
  4. Dato un evento con una certa probabilità (punto 3), determinare quale probabilità c'è che sia di A. In questo caso la probabilità P(A|cong) = A*0.55 / cong

Vettori (R)

Per creare un vettore in R si può:

  1. definire un intervallo numerico, per esempio
    1:5

    rappresenta un vettore di numeri da 1 a 5

  2. usare c(), con questo comando è possibile creare vettori di oggetti di qualunque tipo. Per esempio,
    c("Marco", "Franco", "Gino")
  3. usare seq(). il vantaggio è che è possibile determinare l'intervallo tra i numeri. Per esempio,
    seq(1, 3, 0.1)

    crea un vettore di 30 numeri 1.0, 1.1, 1.2,..., 2.9, 3.0

  4. usare rep(). Rep permette di ripetere tante volte i numeri o i caratteri passati come primo argomento. Per esempio,
    rep(1:3, 4)

    restituisce i numeri da 1 a 3 ripetuti per 4 volte: 1, 2, 3, 1, 2, 3, 1, 2, 3, 1, 2, 3

Per concatenare dei vettori è possibile usare di nuovo il comando c(). Per esempio

a <- c(1, 2, 3)
b <- c(4, 5, 6)
c(a, b)
[1] 1, 2, 3, 4, 5, 6

Per filtrare il contenuto di un array, è possibile usare una condizione tra parentesi quadre:

c <- c(a, b)
c[c < 3]
[1] 1, 2, 1, 2, 1, 2, 1, 2

Per raggruppare gli elementi di un vettore, è possibile usare cut(). Questo è comodo soprattutto se si vuole rappresentare la densità di numeri reali:

cut(rnorm(1000), breaks = 20)

Questo comando suddivide i 1000 numeri casuali (basati su una distribuzione normale) in 20 blocchi calcolati automaticamente in base al valore minimo e al massimo.
Il numero è sostituito con un'etichetta che indica a quale dei 20 gruppi appartiene.
È usato spesso con table(), che restituisce un doppio vettore (un vettore di dimensione 2x20, in questo caso) con le etichette e il conteggio degli elementi.

plot(table(cut(rnorm(1000), breaks = 20)), type="s")

Per creare una matrice è possibile usare il comando matrix(), a cui vanno passati un vettore e il numero di righe e di colonne. Se gli elementi sono passati in ordine di lettura, è possibile specificare l'opzione byrow = TRUE.

matrix(c(-5:5, dnorm(-5:5)), 2, 11, byrow = TRUE)

Questo comando crea una matrice 2x11 con i numeri interi da -5 a +5 e i corrispondenti valori di una distribuzione normale standard.

Lo stesso risultato si poteva ottenere con rbind(), che prende due vettori della stessa dimensione - pena un alert - e ne fa un vettore bidimensionale.

rbind(-5:5, dnorm(-5:5))

Se avessi desiderato una matrice con due colonne e 11 righe, avrei dovuto usare

matrix(c(-5:5, dnorm(-5:5)), 11, 2)

oppure

cbind(-5:5, dnorm(-5:5))

cbind al posto di rbind

Metodologia agile

Minimum Viable Product: è il prodotto minimo che sia funzionante, non contiene alcuna funzionalità accessoria e va.

Controllo del processo empirico: la verifica si basa su quello che si sa in questo momento e solo quello.

Self-organisation: non si impone una struttura sociale ma si accetta quella che si viene naturalmente a creare. Sono necessari obiettivi condivisi e molta motivazione.

Collaborazione.

Value-based prioritization: prima quello che conta, poi i "fiocchetti"

Time-boxing: si suddivide il lavoro in "sprint" di durata fissa (solitamente settimanale) in cui bisogna "portare a casa" un risultato. Ogni sprint include un incontro di pianificazione, uno di rendiconto e un mini incontro quotidiano.

Sviluppo iterativo.

 

Costi

La stima dei costi ha come unità di misura i soldi oppure l'uomo-mese (o uomo-giornata, Full Time Equivalent).

La stima iniziale viene detta Cost Estimate, e include i costi possibili da prevedere. Può basarsi su una stima complessiva (top-down), sulla somma delle Work Package (bottom-up) oppure sui costi realmente sostenuti in progetti simili, oppure (spesso) su tutti e tre i fattori.

Alla Cost Estimate si aggiungono i costi di riserva, per gestire le contingency: Contingency Reserve. Assieme costituiscono il Cost Baseline:

Cost Baseline = Cost Estimate + Contingency Reserve

In più è possibile allocare del budget per gestire eventuali espansioni impreviste del progetto (es. evolutive che non erano emerse): questo budget si chiama Management Reserve.

Project Budget = Cost Baseline + Management Reserve

Elenco di acronimi

  • BEP: Break Even Point
  • CE: Custom Executive
  • CPM: Critical Path Method
  • FTE: Full Time Equivalent
  • PC: Project Charter
  • PM: Project Manager
  • PMT: Project Management Team
  • PS: Project Sponsor
  • QM: Quality Management
  • RBS: Risk Breakdown Structure
  • tE, tM, tO, tP: time Estimated, time Medium, time Optimistic, time Pessimistic
  • WBS: Work Breakdown Structure

Gestione dei rischi

Il rischio è un evento che, se si verifica, influenza negativamente o positivamente un progetto.

Un rischio è considerato accettabile se il costo della sua gestione è maggiore del costo nel caso in cui si verificasse.

Un rischio segue un ordine di gestione:

  1. Identificazione
    1. Data di identificazione e di eventuale aggiornamento
    2. Stato del rischio (aperto, con risposta, accaduto, chiuso positivamente, chiuso negativamente)
  2. Descrizione
    1. Denominazione
    2. Cause
    3. Descrizione
    4. Conseguenze
    5. Tipo
  3. Analisi
    1. Probabilità (0,1; 0,3; 0,5; 0,7; 0,9, da molto bassa a molto alta)
    2. Impatto (0,05; 0,2; 0,4; 0,8)
    3. Peso (Probabilità x Impatto)
    4. Prossimità (15gg, 1m, 2m, 4m, 6 mesi e oltre)
  4. Risposta
    1. Tipo di strategia (mitigazione, accettazione...)
    2. Descrizione
    3. Costo
    4. Peso residuo
    5. Risk owner
  5. Monitoraggio
    1. Implementazione della risposta
    2. Esito
    3. Lezioni apprese

Per comprendere pienamente i rischi, occorre analizzare sette elementi:

  1. Causa
  2. Rischio
  3. Evento
  4. Impatto
  5. Probabilità
  6. Possibilità di mitigare il rischio
  7. Possibilità di ridurre l'impatto

Il prodotto dell'impatto per l'evento restituisce la priorità.

I rischi negativi possono essere affrontati tramite:

  • Evitamento: si cerca di evitare che l'evento si verifichi
  • Trasferimento: se l'evento si verifica, si trasferisce l'impatto a un altro soggetto
  • Mitigazione: si cerca di ridurre l'impatto nel caso in cui l'evento si verifichi
  • Accettazione

I rischi positivi si affrontano con la nemesi dei rischi positivi:

  • Evitamento => Sfruttamento: si cerca di favorire il verificarsi dell'evento
  • Trasferimento => Condivisione: si cerca di portare nel perimetro del progetto il rischio
  • Mitigazione => Miglioramento: si amplifica l'effetto dell'evento
  • Accettazione