Facile da usare / cap. 4 – Roberto Polillo

http://www.rpolillo.it/libri/facile-da-usare/

Mini disclaimer: questi appunti non sono una recensione, non sono un riassunto, non rappresentano una valutazione del libro. Sono gli elementi che soggettivamente (cioè per me) sono da appuntarsi. Alcuni elementi, magari molto importanti, ma per me noti, potrebbero essere tralasciati. Quindi, cliccate sul link qui sopra, che fate prima: la licenza permette anche una lettura interessante senza spendere soldi.

Utenti

Smarchiamo subito la nota parodia della parola "utenti" storpiata in "utonti".

"facile da usare" e "Davide Bianchi way" non sono concetti esattamente prossimi, e se voglio passare l'esame non posso ricominciare a leggere le storie dalla sala macchine, ma mantenere l'attenzione sull'utente.

Gli utenti sono persone eterogenee e i sistemi (informatici & non) dovrebbero essere progettati per essere per tutti chiari, immediati e semplici da utilizzare. Se il sistema non è chiaro, il sistema è sbagliato.

RTFM e BOFH sono acronimi che per i prossimi mesi non esisteranno nella mia vita (non metto neanche il link al loro significato).

Tiriamo una riga e ricominciamo.


Dietro al concetto di utente c'è il concetto di persona; la differenza è di più della differenza tra classe e istanza nella programmazione a oggetti, perché la classe contiene già tutte le caratteristiche (proprietà) e le azioni (metodi) dell'istanza, mentre il concetto di persona, per essere utile, è estremamente più ristretto di come sono le persone reali.

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