Ed è finita così.
Me lo immaginavo diverso.
Di mattina presto è arrivata un'email: caro Pagnin, sei laureato. Toh, questo è il voto. Quando esci dal client di posta, chiudi la porta 110.
L'ho stampata, su un foglio A4, ma non è proprio la laurea: è un certificato a cui, se voglio, posso apporre la marca da bollo, per gli usi consentiti dalla legge.
L'ho messa in una bustina di plastica, e con l'indelebile ho scritto "Laurea - 2020", poi l'ho archiviata nel docs 2020.
La sera, per festeggiare abbiamo preso gli hamburger, quelli buoni, con la salsina. I bambini mi hanno ritagliato le lettere della parola DOTTORE e le hanno appese sul mobile alto.
La mattina dopo mi sono svegliato, guardo l'orologio: le 6:25. Ma perché? Sarà colpa degli hamburger! Prima ancora della sveglia. Ormai, tanto vale che mi alzi e che riordini un po' il computer.
Nella barra dei segnalibri del browser tutti gli esami sono accalcati dentro la cartella ESAMI PASSATI, tranne TESI. Ci metto anche TESI, e ora non c'è più niente.
Tiro un po' su con il naso - sarà un po' di allergia.
Nel desktop, una cartella con l'icona a forma di farfalla contiene la mia tesi di laurea. La sposto, non ha più senso tenerla lì.
All'improvviso non vedo più niente, e mi ritrovo con il viso bagnato e il singhiozzo. Da solo, come un cretino rido e piango, sono felice e nostalgico, completo e vuoto.
Qual è stata l'ultima volta che ho pianto di felicità?